spettro visibile

Un fascio di luce bianca, quando attraversa un prisma di vetro o di cristallo, si scompone in una fascia di colori differenti, che insieme formano lo spettro visibile. EÆ lo stesso fenomeno che si osserva con lÆarcobaleno: in quel caso la luce viene scomposta dalle minuscole goccioline dÆacqua che sono ancora sospese nellÆaria dopo il temporale. Nello spettro visibile, i colori si separano perché ciascuno di essi ha una differente lunghezza dÆonda e perciò attraversa il cristallo con un angolo diverso. Infatti la luce è una radiazione elettromagnetica che si propaga nella forma di onde che oscillano con regolarità, come una corda tesa che viene fatta vibrare a un estremo oppure come le onde che si propagano nellÆacqua di uno stagno dopo che si è lanciato un sasso. La distanza tra il vertice di unÆoscillazione e la successiva viene chiamata lunghezza dÆonda. I colori dello spettro visibile iniziano con il violetto, corrispondente a una lunghezza dÆonda di circa 400 nanometri (miliardesimi di metro), quindi scendono attraverso il blu, il verde, il giallo e lÆarancione a mano a mano che la lunghezza dÆonda aumenta fino ad arrivare a circa 700 nanometri che corrisponde al rosso, al di sotto del quale la luce cessa di essere visibile e si entra nel campo dei raggi infrarossi. Anche al di sopra del viola la luce non è visibile e si entra nel campo degli ultravioletti con lunghezze dÆonda inferiori ai 400 nanometri.

Glossario dei termini dell'informatica a cura di Roberto Mazzoni
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